Blog di discussione su enogastronomia per chi, come la Confraternita delle Franche Forchette, è sempre alla ricerca della sublimazione della tavola in tutte le sue declinazioni: cucina, vino e sala.



mercoledì 2 aprile 2014

Agape di Marzo, Ristorante Aquila Nigra, Mantova




Agape di Marzo: siamo comunque cascati in piedi...
E' presto detto....la meta del nostro incontro di questo mese avrebbe dovuto essere il ristorante le Giare, sede di un meritato Gran Clangor un paio di anni orsono quando la cucina era ancora nelle mani del bravissimo Omar Casali. Adesso ai fornelli c'è Gianluca Gorini, un giovane su cui si sprecano elogi e sperticate lodi, ragion per cui avevamo deciso di andarlo a trovare....ma avevamo letteralmente fatto i conti senza l'oste, infatti sabato a pranzo il locale è chiuso....peccato!
Rimane comnque nella lista delle prossime Agapi, probabilmente in una fresca serata di inizio autunno.
Sta di fatto che a meno di un mese dalla data prevista siamo stati costretti a trovare una valida alternativa.
Il nostro Gran Credenziere quindi decide di rispolverare dalla memoria della Confraternita uno storico ristorante di Mantova, l'Aquila Nigra, toccato per l'ultima volta dalle nostre scorribande oltre 16 anni fa, e che tuttora vanta comunque una stella Michelin e l'appartenenza all'esclusivo club "Le Soste".
Una soleggiata mattina di fine inverno quindi accoglie i Confratelli partecipanti all'Agape, puntualmente presenti alla partenza del nostro piccolo pulmino salva patenti. Encomiabile la presenza del nostro Tetrarca Precursore (per chi ci legge, uno dei quattro fondatori della Confraternita oltre 50 anni orsono) che all'alba dei 92 anni, quando riesce, partecipa ancora con spirito indomito ai nostri incontri.
Tranquillo ed oltremodo comodo il trasferimento, visto che i posti del pulmino erano per metà vuoti...
piccolo intoppo giunti alle porte del centro storico di Mantova, dove il nostro fin troppo solerte autista si rifiutava di proseguire in virtù di un fantomatico divieto di transito agli autobus, costringendo quindi il nostro atletico 92enne ad una passeggiata di almeno mezzo chilometro per guadagnare l'ingresso del ristorante.


Situato in una dimora storica, lungo un piccolo vicolo accanto alla Gonzaghesca Piazza Sordello, il ristorante ci accoglie con ampie sale dagli alti soffiti lignei, ricco di affreschi e stemmi di medioevale memoria...una saletta a noi riservata già predispone lo spirito ad un bellissimo proseguio.
Apriamo l'Agape con delle classiche sfogliatine di Grana Padano come amouse-bouche, abbinandole ad un Monterossa Brut P.R. che ci accompagnerà anche sui due antipasti seguenti.
Nato per festeggiare i 35 anni dell'azienda Monterossa, P.R. sono le iniziali dei fondatori dell'azienda, Paola Rovetta e Paolo Rabotti, storico promotore e fondatore del Consorzio Franciacorta, purtroppo scomparso pochi giorni orsono.


Perfetta la fragranza e la leggerezza della frittura di saltarelli e zucchine in didattico abbinamento con il Brut P.R.


Primaverile la julienne di seppie scottate a vapore con fave e piselli freschi all'olio extravergine, giocata tutta sulla freschezza degli ingredienti.Rientriamo nel solco della tradizione con un grande risotto: Riso morbido allo zafferano e ragù bianco di vitello, cottura e mantecatura esemplare, sorprendente l'aggiunta del ragù di vitello in luogo della salamella tradizionale; talmente invitante che l'appetito ha preceduto l'obbiettivo, e se la foto manca è proprio perchè la prima forchettata ha rovinato l'impiattamento prima della fotografia del piatto. Gran parte del merito del Gran Clangor attribuito è sicuramente imputabile a questo piatto, e naturalmente a chi ha deciso di riproporcelo in menu. In abbinamento un fresco e nervoso Pinot Noir 2011 di Joseph Faiveley, perfettamente centrato su questo piatto. Lode quindi anche al Gran Maestro d'Anfora che ha predisposto il vino.
A seguire un antipasto che il nostro Gran Credenziere ha giustamente posposto al risotto: Insalata di lombo di lepre con melograno, pinoli, arancia candita e fave di cioccolato.


Su questo piatto, perfettamente bilanciato in tutte le sue componenti, il nostro menu prevede il Primofiore 2010 di Giuseppe Quintarelli, un Cabernet Franc con un piccolo saldo di Corvina che definire il vino base dell'azienda è estremamente riduttivo. Dotato di una struttura importante e di un naso affascinante, sovrasta il piatto in maniera piuttosto decisa......in realtà il G.M. d'Anfora che l'ha proposto su questo piatto ci anticipa che l'abbinamento perfetto sarà con il piatto successivo, la Guancia di vitello in arrosto morbido al timo su crema di patate con funghi chiodini

  
Guancia morbidissima, come da copione, per un altro piatto assolutamente tradizionale senza alcuna concessione all'innovazione....comunque ottimo l'abbinamento con il Primofiore di Quintarelli.
Tris di dessert, Pera in salsa di agrumi, cannolo all'amaretto con crema al mascarpone e salsa all'amaretto e sorbetto agli agrumi  proposti in un unico piatto ed abbinati ad un discreto Moscato Apianae Di Majo Norante, per concludere questo menu della tradizione legato alla memoria degli anni '90. 



A questo punto, sull'onda  dell'entusiasmo di alcuni Confratelli, particolarmente legati a questo tipo di cucina, veniva proposto il Gran Clangor, che malgrado qualche astenuto, veniva comunque attribuito alle brigate di sala e di cucina che hanno lavorato per rendere il più possibile piacevole questa nostra breve permanenza in quel di Mantova. Primo Gran Clangor dell'anno anche per la coppia di cucina, a cui probabilmente non sfuggirà nemmeno il secondo tra qualche settimana a Senigallia, in quella che ormai possiamo considerare, dato il numero delle frequenti visite negli ultimi anni, come una seconda Casa Madre: il ristorante di Mauro e Catia Uliassi. 
Una piacevole passeggiata post prandiale, con soste nelle gastronomie locali per acquisti di salamelle e sbrisolone, ci riportava quindi al nostro pulmino per un sonnacchioso rientro verso Bologna.



Nessun commento:

Posta un commento